Dov'è la mia patria

Poesia

Edizioni dell'Academiuta, Casarsa, 1949

Dopo l’esordio nel 1942 di  Poesie a Casarsa, la seconda raccolta di versi friulani è Dov’è la mia patria, edita nel 1949 in 500 copie con 13 disegni di Giuseppe Zigaina per le edizioni dell’Academiuta di Casarsa. I diciotto testi del volumetto, scritti nel 1948 tranne due, Fiesta e Spiritual, risalenti al 1947, risentono di un nuovo sperimentalismo formale e linguistico la cui origine va ricercata nell'autentico impegno politico e sociale  che coinvolse Pasolini alla fine degli anni Quaranta, oltre che nelle coeve esperienze della prosa narrativa e autobiografica.
In questo secondo tempo dei versi pasoliniani, la misura breve del frammento lirico e della canzonetta è sostituita dalla più distesa struttura epico-narrativa della poesia-racconto dal ritmo più rapido e incisivo. Il solitario narcisismo dell’io cede il passo a nuove dimensioni realistiche e popolari, talora con accenti palesi di polemica sociale e con l’ingresso di inedite figure di poveri e sfruttati. Infine, il poeta abbandona l’astratto uso monolinguistico del casarsese e, in adesione concreta alla realtà, adotta un'ampia gamma di varianti in uso nella Destra Tagliamento per la parlata friulana (San Giovanni di Casarsa, Ligugnana, Valvasone, Cordenons,  Bagnarola, Cordovado, Bannia) e anche veneta (Pordenone e Caorle).
Nella struttura del testo, da segnalare, dopo la poesia introduttiva Fiesta, il blocco compatto di sette testi in ognuno dei quali parla un ragazzo diverso, nominato in una didascalia premessa al titolo, sul modello  delle raccolte di canti popolari. Insieme ad altri componimenti, questi testi confluiranno poi ne La meglio gioventù, con qualche variante, tra cui il taglio delle didascalie con il nome dei cantori
Il titolo è ripreso in friulano nella poesia Dulà ch’a è la me patria, che contiene anche l’esemplare risposta a quella domanda: «la me patria a è ta la me sèit di amòur» [la mia patria è nella mia sete di amore].

Citazioni tratte dall'opera

Il mond di Gleris, Rosa, Ligugnana

"I soj inutil

IV
Zin fin là di Sante.

Par la strada i ciati i cumpàins.

Ridìn contèns e mataràns,
un al conta di Domènia a Gleris
di quant ...

La strada a trima
sot i nustris piè
sot li rodis da li bicicletis
ch'a ni puàrtin su e ju pal mond,
il mond di Gleris, Rosa,
Ligugnana,
il mond ch'al sint i nustris ciafs
urtà cuntra il distìn."

"Sono inutile. IV. Andiamo fino da Sante.
Per la strada trovo i compagni.
Ridiamo contenti e cordiali,
uno racconta di Domenica a Gleris, di quando ...
La strada trema sotto i nostri piedi, sotto le ruote delle biciclette che ci portano su e giù per il mondo, il mondo di Gleris, Rosa, Ligugnana, il mondo che sente i nostri capi urtare contro il destino.]


È la quarta delle sette sezioni della poesia in versi liberissimi I soj inutil, scritta nella variante della parlata di Ligugnana e uscita nel 1949 nella raccolta Dov'è la mia patria. I paesi di Gleris, Rosa e Ligugnana sono gli stessi in cui si svolge la rivolta contadina per l'applicazione del Lodo De Gasperi raccontata nel romanzo Il sogno di una cosa.

Edizione consultata:

P.P.Pasolini, Tutte le poesie, a cura di W. Siti, 2 voll., Mondadori, Milano, 2003 ["I Meridiani"], vol. I, p. 254.

Luoghi associati:

Ligugnana Rosa

I siòrs paròns dai nustri cou

"L'amòu dal cunpai"

Tu ti sos il ciant ch'a no cianti
amòu d'inemoràs ch'a no cianti!
Zin jo e te a murì ta il aria
là ch'a svuali i usiej ch'a cianti.

Cunpai sansei e plen di cou
che i siòrs a crodi sensa cou,
ta il aria a copi i usiej
i siòrs paròns dai nustri cou!

Zin pa li stradeli de Son Zuàn
co' la sera a cujèrs Son Zuàn,
zin a jodi li nustri pistolis
soteradi tal cou di Son Zuàn."

[Tr.: L'amore del compagno. Tu che sei il canto che non cantano,
amore di innamorati che non cantano! Andiamo io e te a morire nell'aria, dove volano gli uccelli che cantano!
Compagno sincero e pieno di cuore, che i ricchi credono senza un cuore, nell'aria uccidono gli uccelli i ricchi, padroni dei nostri cuori.
Andiamo per i sentieri di  San Giovanni, quando la sera copre San Giovanni, andiamo a vedere le nostre rivoltelle sotterrate nel cuore di San Giovanni.]

 


La poesia, composta nel 1948 nella variante friulana di San Giovanni di Casarsa, uscì nel 1949 nella plaquette Dov'è la mia patria. La parola "cunpai" ha qui il significato di "compagno comunista".

Edizione consultata:

P.P.Pasolini, Tutte le poesie, a cura di W. Siti, 2 voll., Mondadori, Milano, 2003 ["I Meridiani"], vol. I, p. 265.

Luoghi associati:

La Loggia di San Giovanni
Dov'è la mia patria