San Vito al Tagliamento

Ubicato in un territorio abitato fin da epoche remote, San Vito al Tagliamento è uno dei borghi più belli d’Italia, raccolto intorno a un antico castello e impreziosito da pregevoli testimonianze storico-artistiche. L'abitato è racchiuso dall'anello delle fosse, guardate da tre torri, e nel centro presenta una bella piazza porticata, innervata dall'asse dell'alto campanile, completato nel Seicento, e ingentilita dalla trecentesca loggia pubblica, oggi  sede del Teatro Arrigoni. Gioiello del centro è la parrocchiale dei Ss. Vito, Modesto e Crescenzia, che, su precedenti edifici, fu ricostruita a metà '700 dall'ultimo Patriarca di Aquileia, Daniele Delfino. Testimonianza degli istituti assistenziali medioevali è il Complesso dei Battuti, impreziosito dalla splendida Cappella quattrocentesca di Santa Maria dei Battuti, al cui interno è visibile un importante ciclo di affreschi di Pomponio Amalteo, lodato anche dal Vasari. Tra le dimore gentilizie da ricordare Palazzo Altan-Rota (sec. XV), oggi sede del Municipio, e Palazzo Altan, oggi sede del Museo provinciale della vita contadina.  San Vito, marcata anche linguisticamente dal dominio veneziano, si connota per l'identità artistica e culturale, che oggi, insieme alla realtà imprenditoriale, ne fa uno dei centri più dinamici della Destra Tagliamento.
Con le frazioni di Braida, Carbona, Gleris, Ligugnana,  Prodolone, Rosa e Savorgnano, San Vito ha oltre 13.000 abitanti, su una superficie di 61,71 km.

San Vito al Tagliamento conserva preziose tracce della formazione artistica e dell'impegno civile del giovane Pasolini.
Nella cittadina egli contava numerosi amici, tra i quali va ricordato soprattutto il pittore Federico De Rocco, che nel 1941 iniziò il precoce poeta, attratto anche dalla sperimentazione nell'arte figurativa, alle tecniche della pittura, lo dipinse nel celebre Ritratto col "fiore in bocca" e poi, nel 1945, fu tra i sodali fondatori del cenacolo dell'"Academiuta di lenga furlana".
A San Vito, inoltre, Pasolini stampò presso la rinomata stamperia Primon i primi quattro numeri della rivistina "Stroligut" e la plaquette in versi italiani Diarii.
Ma fu soprattutto sul versante civile e politico che nel dopoguerra le vicende storiche della cittadina, con le frazioni di Rosa e Ligugnana, esercitarono una decisiva suggestione sulla sensibilità di Pasolini. Nel gennaio del 1948 San Vito fu infatti teatro della rivolta contadina e bracciantile per l'applicazione del Lodo De Gasperi e le dimore gentilizie dei proprietari terrieri, che lì risiedevano, furono occupate dai manifestanti. Si trattò di fatti drammatici che Pasolini, già militante comunista e vicino alla causa dei ribelli, avrebbe poi immortalato in una parte del romanzo Il sogno di una cosa, mimetizzando il nome reale di San Vito sotto l'equivalente di fantasia di Gruaro.

I luoghi a San Vito al Tagliamento citati nelle opere di Pasolini

Ligugnana

Ligugnana

Ligugnana è la frazione più grande e popolosa del Comune di San Vito al Tagliamento. Ospita al suo interno la località “Cragnutto”, ubicata lungo l’argine del Tagliamento, tra le frazioni di Rosa e Braida.

Palazzo Altan

Palazzo Altan

Di particolare rilievo storico e artistico a San Vito al Tagliamento è il Palazzo Altan, edificato nel corso del ‘600 in borgo di “Taliano” dove, nel 1603, la famiglia dei Conti Altan acquistò un modesto edificio.

Palazzo Rota

Palazzo Rota

Sulla piazza di San Vito al Tagliamento, ora chiamata “del Popolo”,  si affaccia il bellissimo Palazzo Rota, oggi sede municipale, impreziosito da un elegante cortile interno e da un suggestivo Parco,  annesso al palazzo.

Rosa

Rosa

La frazione di San Vito al Tagliamento denominata Rosa deve il suo nome alla vicinanza al fiume Tagliamento e all’azione distruttrice delle sue acque, da cui appunto “rosa” (cioè erosa, corrosa, dal verbo “rodere”).

Tipografia Primon

Tipografia Primon

Un tempo ubicata nel borgo San Lorenzo di San Vito al Tagliamento, in via Pomponio Amalteo,  e attiva fino al luglio 1997, la Tipografia Primon vanta una illustre tradizione.